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02Nov

La scelta digitale – mainstream

Per scattare il peggio della mia ideazione ho una macchina fotografica digitale: immediata, precisa, efficiente. Forse poco divertente per certi versi, ma se devi portare a casa il risultato non hai molte alternative al giorno d’oggi. Per quanto io abbia iniziato a scattare in analogico ed alcuni rudimenti ancora li posseggo, un po’ ho sposato il motto che definisce la macchina migliore come quella che hai sempre con te (ed anche che sia la più veloce).

Questa foto la dice tutta dell’amore catulliano tra i due mezzi fotografici: la cinghia della mia Fujifilm X-T4 pende dal tavolo, quasi io volessi trascinarla in un baratro e lasciare lì il pezzo di elettronica per tornare ai grezzi rumori meccanici.

In effetti è stata buttata giù dal ponte a favore di una X-T5. Se stiamo appresso a tutte le versioni delle macchine fotografiche come per l’iPhone, affittiamo domani. L’importante è scattare e viaggiare.

L’impossibilità di perseguire in maniera sistematica la fotografia analogica è legata ai tempi e costi di sviluppo e stampa, sapendo che un rullino che approssimativamente nel periodo tra il 2015 e il 2020 costava non più di 5€, ora ne costa quasi il triplo. Esiste la possibilità di adattare obiettivi a un dorso polaroid sviluppato da Nons Camera, un gruppo di ingegneri cinesi con sede a Shenzhen, soluzione che “imbastardisce” sia il digitale che l’analogico ma che alla fine rende possibile l’utilizzo di un nuovo mezzo ibrido. Purtroppo le pellicole Fujifilm FP-100C (sviluppo istantaneo tipo Polaroid) non si trovano più e il mio dorso per Hasselblad resta inutilizzato.

31Ott

La scelta analogica

Sapendo che ho iniziato a fotografare nel 1976 con una Canon AE-1, è facile intuire come la passione per l’analogico non sia mai svanita. Inoltre, la comprensione della quantità della luce, della durata della luce “in camera” (brutto inglesismo) e di cosa stiamo impressionando, tutto fa brodo nel impostare un approccio tecnico corretto alla fotografia anche con una macchina digitale.

Da vecchi si diventa anche accumulatori seriali: io sono un buon testimonial, visto che mi viene la spedite quando vedo una macchina analogica a buon prezzo da far impolverare nella mia minuscola casa. Fortunatamente non esiste spazio per un ingranditore.

Hasselblad 500C

Precious baby, da maneggiare con cura, anche perché se malauguratamente si dovesse rompere, la riparazione non è agevole né in termini di denaro che di risultato finale. Si perde la tradizione, ma è naturale che sia così dal punto di vista dell’efficienza.

Non è comunque antieconomico divertirsi impegnando 5 minuti a scatto con un attrezzo che nella sua versione originale non aveva un esposimetro neanche esterno, la mia Hasselblad 500C.