La scelta analogica

Sapendo che ho iniziato a fotografare nel 1976 con una Canon AE-1, è facile intuire come la passione per l’analogico non sia mai svanita. Inoltre, la comprensione della quantità della luce, della durata della luce “in camera” (brutto inglesismo) e di cosa stiamo impressionando, tutto fa brodo nel impostare un approccio tecnico corretto alla fotografia anche con una macchina digitale.

Da vecchi si diventa anche accumulatori seriali: io sono un buon testimonial, visto che mi viene la spedite quando vedo una macchina analogica a buon prezzo da far impolverare nella mia minuscola casa. Fortunatamente non esiste spazio per un ingranditore.

Hasselblad 500C

Precious baby, da maneggiare con cura, anche perché se malauguratamente si dovesse rompere, la riparazione non è agevole né in termini di denaro che di risultato finale. Si perde la tradizione, ma è naturale che sia così dal punto di vista dell’efficienza.

Non è comunque antieconomico divertirsi impegnando 5 minuti a scatto con un attrezzo che nella sua versione originale non aveva un esposimetro neanche esterno, la mia Hasselblad 500C.

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