About me

La fotografia da lontano in un boomer.

Abbandanota e poi ritrovata

“Mio padre e mia madre, mi volevano dottore”, infatti, eccomi qui a carriera quasi finita, millesimo 1960 che non assomiglia molto a quello del Brut, con una data di nascita che evoca spettri di Pinochet, WTC e di epidemia di colera in Italia.

La prima macchina fotografica compare nel 1976, bella da un department store di NYC, quella Canon AE-1 che si è abbuffata di diapositive Kodachrome e che ha invaso casa di caricatori.

Street photography de noantri.

Piccoli boomer crescono

Intanto non avevo nulla di meglio da fare di andare in giro per NYC a Gennaio 1981, con un freddo di -18°C, ma qualcuno non lo sentiva.

Rendi straordinario l’ordinario, il jogging polare.

La mia prima foto di street photography.

La street photography di adesso

E chi la conosceva

Ci voleva solo il ritirare fuori una macchina fotografica “moderna” dopo quelle abbandonate nella vita passata, ci voleva un incontro in un momento intenso per il mio maestro che mi riportasse la voglia di osservare, e di studiare. Una alfabetizzazione necessaria per creare il tuo punto di vista.

Non è solo street photography la mia, anzi è una parte marginale della mia produzione: amo le geometrie, gli oggetti, tanti animali, la natura morta. Fotografare a colori mi affascina, mi impegna, mi appaga nella ricerca del tenue.

La bellezza di una fotografia è il suo mettere sulla stessa linea di tiro mente, occhio e cuore.
Henri Cartier-Bresson

La grave difficoltà che non mi rende fotografo è l’eclettismo. Non mi impegno su un progetto, non sono un fotoreporter, la regola dei terzi mi infastidisce. Essendo della Vergine sono definito puntiglioso e rompipalle, dovrei stare nei canoni dell’arte fotografica, ma non mi entra tanto in testa. Chissà se come il vino, con la pensione sarò migliore.

Daniele Pontillo Photography background image